Un minuscolo elemento, un virus, infinitamente più piccolo di un granellino di sabbia, ha inceppato gli ingranaggi del nostro sistema e lo ha bloccato. Sono crollate di colpo tantissime certezze, in particolare la sensazione di essere invulnerabili, di poter superare e vincere ogni malattia, forti di una medicina sempre più all’avanguardia; sono morte tantissime persone e molte altre stanno soffrendo per la perdita dei loro cari, per la perdita del lavoro, per la grande crisi economica che ne è derivata. Tutto ciò ci ha messo in crisi.
E’ importante, allora, ripartire con coraggio e senza dimenticare il nostro passato, programmare un futuro nuovo, costruito sulla solidarietà e sulla sostenibilità ambientale, che sfrutti la tecnologia come una grande risorsa. Perché questo possa realizzarsi occorre da parte di tutti noi coraggio, resilienza e flessibilità.
Ho riflettuto su alcuni punti che potrebbero essere dei trampolini di lancio di un nuovo futuro:
Un dato importante che abbiamo sperimentato con questa pandemia è stata la consapevolezza che una malattia iniziata a Wuhan in pochissime settimane si è diffusa in tutto il mondo e ha colpito senza distinzione il povero cittadino indiano e il grande industriale dell’Occidente. Abbiamo visto sorgere collaborazione tra tutti gli stati del mondo, e siamo stati messi tutti davanti alla realtà che è necessario superare i confini territoriali e creare una solidarietà universale.
C’è poi un legame tra la comparsa di questi nuovi virus e il deterioramento ambientale.
L’abbattimento delle foreste e dei boschi ha portato alla perdita di specie importanti, sia animali che vegetali, che sono alla base di un equilibrio perfetto; alterare tale equilibrio può causare la migrazione dalle foreste agli ambienti urbani e ancor peggio da un continente all’altro di creature che non hanno predatori, con conseguenze spesso deleterie. Spostare piante o animali da un ambiente ad un altro porta allo spostamento anche dei microrganismi che convivono in loro, in particolare di virus spesso patogeni per l’uomo o altri animali.
Prendere coscienza di tutto ciò e creare nella società una cultura ecologica credo sia il nostro compito nel futuro. D’altra parte la cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale . Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta significa isolare elementi che in realtà sono connessi e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale ( Enciclica “Laudato Sì ”-Papa Francesco).
Abbiamo capito che si possono riorganizzare i ritmi della nostra vita e della nostra professione e che molti lavori si possono fare da casa ( smart working) e andare in ufficio solo un paio di giorni la settimana . Ciò riduce il traffico e l’inquinamento ambientale; fa risparmiare tempo ed energia e permette in alcune circostanze (per esempio una donna in maternità o con figli piccoli) di continuare le attività dalla propria abitazione.
Consideriamo anche che la comunicazione digitale potrà essere sempre di più una risorsa per gli anziani che potranno continuare a mantenere nella propria abitazione la loro vita sociale. Naturalmente ciò potrà avvenire attraverso un breve “training” che faciliti l’utilizzo dei mezzi che queste persone hanno a disposizione (computer o telefonini di vecchia generazione); un compito questo che potrebbe essere affidato a giovani ragazzi volontari, gli “angeli informatici”, un’occasione in più per creare un rapporto tra generazioni diverse.
Non è facile accettare questo radicale cambiamento della nostra vita, ma la storia ci ha fatto cambiare pista; non abbiamo scelte dunque se non quelle di diventare protagonisti di questo nuovo viaggio e sfruttarne al massimo le potenzialità. Ripartiamo, dunque, tutti insieme, aiutandoci a vicenda in un’atmosfera di solidarietà, pronti a promuovere una nuova rivoluzione culturale.
E’ una grande occasione per i Lions che potranno essere tra i promotori di tale rivoluzione.
Verona, 13-9-2020 Antonio Dezio
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